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Villa d’Este: un percorso tra arte e storia

Voluta dal cardinale Ippolito II d’Este, nominato Governatore civile della città di Tivoli da papa Giulio III, Villa d’Este è un capolavoro rinascimentale dell’architettura italiana, inserita ufficialmente nel patrimonio UNESCO dell’umanità dal 2001. Secondo il primo progetto, sarebbe sorta in situ di un’antica villa romana, allo scopo di ringraziare il fondamentale contributo del cardinale d’Este nell’elezione al soglio pontificio di papa Giulio III.

Villa d’Este: il capolavoro dell’architetto napoletano Pirro Ligorio

La realizzazione di Villa d’Este fu un progetto affidato a Pirro Ligorio, architetto e antiquario già noto per la decorazione della loggia del Palazzo d’Urbino. Nonostante il progetto fin da subito monumentale, la sua realizzazione proseguì a rilento per diverse vicissitudini della curia: Ippolito II d’Este fu destituito causa dei cattivi rapporti con papa Paolo IV Carafa, ripristinato all’incarico solo cinque anni dopo da papa Pio IV. Nonostante i moltissimi artisti e artigiani che dovevano partecipare alla realizzazione del progetto, ci furono ritardi e incomprensioni anche con il Senato, che revocò il permesso di utilizzare il rivestimento di travertino della tomba di Cecilia Metella, lasciando quest’ultimo con la fascia inferiore priva del suddetto rivestimento.

La villa venne finalmente inaugurata 12 anni dopo con la visita di papa Gregorio XIII, e i cardinali d’Este, nello specifico tre governatori, furono i primi proprietari della villa. Segue purtroppo un periodo di generale abbandono e deperimento di materiali, oltre alla perdita delle collezioni durante il periodo in cui la villa passò sotto giurisdizione asburgica. Dopo la prima Guerra Mondiale, Villa d’Este diventa ufficialmente proprietà dello Stato italiano, che provvede ai lavori di restauro e permette l’apertura al pubblico della villa, ad oggi il decimo sito statale più visitato in assoluto.

Il giardino all’italiana di Villa d’Este, il più bello d’Europa

Il giardino di Villa d’Este, ribattezzato il “giardino all’italiana” più bello d’Europa e simbolo del Rinascimento italiano dal punto di vista architettonico, è ciò che meglio rappresenta il progetto di Pirro Ligorio. Lo spazio verde si estende dalla facciata posteriore della villa e arriva all’ingresso del palazzo. Le terrazze e i dolci rilievi che caratterizzano l’area seguono lo schema tipico di una città romana: il terreno è stato delimitato dalle vecchie mura che Ligorio volle utilizzare come contrafforti per la realizzazione del terrapieno, mentre l’immensa mole d’acqua necessaria alle numerose e monumentali fontane che avrebbero adornato il giardino sarebbe stata attinta dall’Aniene. Di Ligorio infatti è anche il complesso progetto ingegneristico di una galleria sotterranea, lunga 600 metri, che avrebbe portato un sistema di tubature sotto la città di Tivoli capaci di attingere fino a 300 litri al secondo. Le fontane, alimentate in questo modo esclusivamente grazie alla pressione naturale dell’acqua e a una grande perizia logistica in fase di progettazione, danno origine a uno spettacolo di giochi d’acqua, cascate, polle e zampilli unico al mondo.

La Fontana di Nettuno e la Fontana dell’Organo a Villa d’Este

Tra le 50 fontane che è possibile ammirare nel giardino di Villa d’Este, la più scenografica è sicuramente la Fontana di Nettuno, imponente anche per quantità d’acqua necessaria al funzionamento. Gli zampilli generati dai giochi d’acqua si proiettano verso l’alto a notevole distanza, un progetto, per come lo vediamo oggi, di recente realizzazione. Autore della fontana, infatti, fu Attilio Rossi che, grazie a una notevole abilità unita al profondo rispetto per la precedente realizzazione, è riuscito a innestare il complesso idrico della Fontana di Nettuno su quello originale. L’intensità con cui l’acqua esplode in tutta la sua magnificenza è accompagnata da un lungo crescendo emotivo, tensione che accompagnata da un dolce fluire delle acque iniziale, per arrivare alla vivacità prorompente che caratterizza la parte più alta della fontana berniniana rivisitata.

La Fontana dell’Organo Idraulico invece deve il nome a un elaborato sistema acqueo interno, che genera un suono melodioso quasi paragonabile a uno strumento musicale. L’organo idraulico, realizzato da Claude Vénard, si ispira a esempi dell’antichità: l’interazione tra acqua e aria produceva un suono melodioso, quasi un’armonia celeste. Si narra che il papa in persona, estasiato da un suono così unico e raro, abbia voluto sincerarsi che non ci fosse un suonatore d’organo all’interno della struttura della fontana.

L’edificio, progettato anche in questo caso da Pirro Ligorio, anticipa il gusto Barocco che in una ventina d’anni sarebbe diventato tanto importante nel mondo artistico e architettonico del XV secolo. Grazie alla commissione del cardinale Alessandro d’Este, è ancora oggi possibile ammirare l’edicola del Bernini a protezione del meccanismo dell’organo idraulico.

Visitare Villa d’Este a Tivoli, un complesso ricco di storia e meraviglia

Il complesso di Villa d’Este, che comprende sia il palazzo che i giardini, ha la forma di un quadrilatero e occupa una superficie di 4,5 ettari. La villa è caratterizzata da una planimetria irregolare, dal momento che non fu modellata solo su una pianta di una villa romana preesistente, ma doveva inglobare anche alcune sezioni di un edificio monastico. L’architettura del palazzo, essenziale appena si scorge attraversando la parte esterna di Villa d’Este dedicata ai giardini, è caratterizzata da un lungo corpo principale di tre piani contraddistinto da cornici, file di finestre e padiglioni laterali. Una facciata uniforme interrotta da un’elegante loggia centrale, con due livelli e rampe di scale, firmate Raffaello da Firenze e databili al biennio 1566-67. Le stanze principali della villa sono disposte in file su due piani e si aprono sul giardino. L’appartamento privato del cardinale, composto da quattro stanze, si trova sullo stesso piano del cortile, mentre le sale di ricevimento, collegate sul retro da un lungo corridoio detto Manica Lunga si trovano al livello inferiore. Il giardino di Villa d’Este, che si sviluppa lungo due pendii scoscesi, si apre dal palazzo in una terrazza pianeggiante e disegna una forma che ricorda quella di un anfiteatro. La loggia del palazzo segna i due assi longitudinale e centrale del giardino, mentre altri cinque assi trasversali vanno a formare un asse centrale che parte dalla prospettiva fissa creata dalla villa. Un’opera dalla geometria peculiare e unica, dato che ogni linea immaginaria costituente uno degli assi termina in una delle maggiori fontane del giardino di Villa d’Este. Il cortile centrale termina oltre l’asse delle Cento Fontane, diramandosi in un incantevole dedalo di sentieri trasversali che consentono la risalita a palazzo. Il primo asse idealmente tracciabile, invece, raccoglie la parte pianeggiante del giardino per concludersi con le tre vasche disposte in fila dette Peschiere.

Superate le Peschiere, due scalinate si inerpicano consentendo di dirigersi in direzione della villa. La rampa laterale, nota come Scalinata dei Bollori (1567), è fiancheggiata da due parapetti. Oltre il Percorso dei Draghi, che si sviluppa in diagonale, la scalinata centrale si divide in due rampe ovali che abbracciano l’omonima fontana. Il ninfeo e la relativa esedra costituiscono il fulcro dell’intero complesso, con quattro draghi alati che emergono dal centro dell’ampia vasca ovale, responsabili dei getti d’acqua. Anche il parapetto è ornato da vasi traboccanti d’acqua, mentre il Viale delle Cento Fontane è composto da tre bacini allungati e sovrapposti, la cui acqua attraversa l’intero giardino. Per non perdersi questo capolavoro dell’arte rinascimentale, è importante trovare un luogo dove pernottare che sia godibile quanto i panorami mozzafiato di Villa d’Este. Per questo è importante scegliere una location per alloggiare, possibilmente a contatto con l’anima più autentica del Lazio, in grado di garantire un soggiorno immersi nella pace della natura, come l’Agriturismo La Cerra. Alle porte di Tivoli, una visita resa indimenticabile dalle immancabili escursioni turistiche, oltre a un’ampia gamma di servizi per trascorrere weekend di relax a contatto con la natura e il patrimonio storico artistico del Rinascimento italiano.

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